A tale scopo è stata progettata la realizzazione di una barriera idraulica costituita da n.8 pozzi di emungimento e dal relativo impianto di trattamento di acqua di falda, presso il quartiere sportivo Santa Maria.
La tecnologia in questione viene applicata in presenza di falde inquinate.
Tecnologie Ambientali ha eseguito l’opera e gestirà l’impianto direttamente per i primi due anni.
Le acque emunte dalla barriera di MISE sono dimensionate per una portata di progetto di 80 mc/h, in modo da poter ricevere quantitativi aggiuntivi che si rendessero necessari nell’ambito di una eventuale successiva fase di bonifica dell’acquifero, senza necessità di modificare l’impianto realizzato o realizzarne uno apposito.
Il sistema assicurerà il funzionamento 24h/g 365 g/anno dell’impianto.
L’impianto è composto dalla realizzazione di n.8 pozzi barriera spinti sino alla profondità di circa 25 metri che emungono acqua di falda inquinata trasportandolo mediante delle condotte idrauliche sino all’impianto di trattamento, posto a valle, a circa 200 m. dal torrente Giano.
Qui, all’interno di un container le 8 tubazioni vengono raccolte in un unico collettore prima di passare attraverso le varie fasi di trattamento.
La prima fase consiste nella sezione di ossidazione e filtrazione metalli disciolti; da un serbatoio di stoccaggio viene dosato del reagente al fine di ossidare i metalli disciolti.
Il flusso in uscita sarà quindi rilanciato ai due filtri a pirolusite della dimensione di 6mc, per rimuovere idrossidi di ferro e manganese.
La seconda fase consiste nella rimozione dei composti alifatici clorurati; essa sarà costituita da n.3 filtri in serie con carbone vergine, ognuno potrà contenere 5.000 kg di carbone attivo granulare di origine minerale. Quando la concentrazione di tetracloroetilene verrà assorbita dal carbone (carboni esausti), il filtro verrà messo fuori linea per la sostituzione del carbone stesso.
Sono stati previsti n.3 filtri a carbone, di cui due sempre in funzione ed uno in standby; la gestione del sistema prevede anche la rigenerazione del carbone minerale per la filtrazione degli organoclorurati.
Per il primo periodo di avviamento e messa a regime dell’impianto di MISE è stato previsto un monitoraggio settimanale, per una durata di due mesi, finalizzato alla verifica di efficienza idraulica sull’andamento piezometrico, alla regolazione fine dei parametri di funzionamento dell’impianto e al raggiungimento delle performance di rimozione.
Inoltre questa fase prevede anche il campionamento e l’analisi delle acque sotterranee e di trattamento.
Poi durante il secondo periodo, con l’impianto a regime, il monitoraggio verrà eseguito mensilmente.
L’impianto consentirà lo scarico delle acque trattate nel rispetto dei limiti normativi previsti dalla Tabella 3 dell’Allegato 5 alla parte terza del D.Lgs 152/06 e s.m.i. per lo scarico in acque superficiali.