Prima di parlare di osmosi inversa è necessario fare una piccola precisazione sul termine osmosi.
L’osmosi è un fenomeno naturale che consente di mantenere regolare la pressione all’interno delle cellule grazie ad una membrana permeabile all’acqua ma non a determinate sostanze come sali, zuccheri e proteine.
L’osmosi inversa d’altro canto si ottiene esercitando un processo di contropressione, superiore a quella osmotica. Il questo modo il processo si inverte. Il passaggio dell’acqua attraverso una membrana semipermanente in verso opposto al naturale, genera due soluzioni, una ad elevata concentrazione salina e l’altra molto diluita. Proprio per questo l’osmosi inversa viene utilizzata per rendere potabili le acque con alta concentrazione di sali e sostanze inquinanti.
Tale depurazione avviene quindi grazie all’utilizzo di una membrana osmotica costituita da un’anima centrale avvolta da un telo semipermanente in materiale sintetico. L’acqua da trattare viene spinta attraverso la membrana mediante una pompa che esercita una pressione superiore a quella osmotica. In questo modo vengono prodotti due flussi in uscita: l’acqua in ingresso che arriva a fine membrana chiamata permeato (povero di sali) e l’altro flusso chiamato concentrato (ad alta soluzione salina) composta dai sali che non hanno attraversato l’intera membrana.
L’osmosi inversa viene utilizzata all’interno dei depuratori per depurare il percolato di discarica.
Tale sostanza, una volta immessa nel depuratore e sottoposta ad osmosi inversa, viene scissa in due correnti ottenendo così il permeato (circa il 75%) da inviare a scarico autorizzato e il concentrato (circa il 25%) da reimmettere in discarica o inviare ad impianti terzi.